giovedì 4 settembre 2014

Caro Matteo


Caro Matteo Renzi, ho appena finito di leggere, su corriere.it, una lettera aperta, diretta a te, di una 31enne lesbica che si lamentava del tuo continuo rimandare le questioni matrimonio e adozioni gay. Lei sogna, insieme alla sua compagna, "una famiglia, un futuro insieme, viaggi, traguardi condivisi, ostacoli superati". Ti rassicura che non ha nulla contro il matrimonio tradizionale, loro sognano solo il loro... " Mentre sfogliamo le liste nozze altrui o cerchiamo i vestiti per partecipare al loro grande giorno. Quando ascoltiamo il prete o l’ufficiale dello stato elencare i doveri dei coniugi e ci guardiamo, sorridendo, sapendo quanto siano impegnativi, nel bene e nel male."

Il concetto è elementare, che tutti possono capire: siamo tutti uguali e tutti abbiamo diritto di amarci, indipendentemente dal nostro orientamento sessuale. Quante volte lo abbiamo sentito ripetere per sottolineare il fatto che in Italia alcune persone, gli omosessuali, vengono discriminate proprio a causa del loro orientamento affettivo più importante, l'amore? Quante volte al giorno sentiamo dire che nel nostro paese esistono persone di serie B, che non hanno gli stessi diritti di tutti gli altri? E chi sono queste persone? Gli omosessuali! Di lettere patetiche come quella della 31enne lesbica sognatrice ne leggiamo a vagonate ogni giorno.


Mi chiamo Manuel, sono omosessuale, mio padre è gay e vorrei farti capire quanto, le affermazioni contenute in quella lettera, siano dannose per le future generazioni del nostro paese.

Le organizzazioni Lgbtqi dipingono l'Italia come uno dei paesi più omofobi del mondo, dove noi omosessuali veniamo discriminati e bullizzati. E' falso, è sufficiente che tu vada a leggerti i dati e troverai che i gay sono una delle "categorie" meno discriminate in Italia. Anzi, in certi ambienti lavorativi, se non sei gay neanche prendono in considerazione il tuo curriculum. I casi di omofobia sono talmente rari che ogni tanto qualcuno se li deve inventare e, anche su questo argomento potrai informarti abbondantemente.

Le organizzazioni Lgbtqi, delle quali hai, nel tuo partito e nel governo, dei validi rappresentanti, sostengono che agli omosessuali viene negato il diritto di amarsi perchè non possono né sposarsi né avere bambini. Sorvolando sul fatto che in Italia a nessuno viene vietato di amarsi o di avere bambini, qui il problema, diciamolo chiaramente, è cosa vogliamo che nel nostro paese sia il matrimonio.
Come saprai, nella nostra Costituzione, le parole "amore" e "sentimento" non compaiono mai, ma compaiono parole come "madre" e "bambino", una sola volta e insieme, all'articolo 37 dove dice che:
Le condizioni di lavoro (della donna lavoratrice) devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

Questo articolo della Costituzione dice che la donna ha una "sua essenziale funzione familiare" ed è a causa di questa sua funzione, della quale non si può fare a meno, essenziale, ed è sua non dell'uomo, che lo stato deve assicurare alla donna che lavora, e al suo bambino, una speciale e adeguata protezione. Non dice che è diversa dall'uomo, "ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore", ma che ha una sua (non dell'uomo) essenziale (vitale) funzione (mansione, compito) familiare (della famiglia).
Dell'uomo lavoratore dice:
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. 

La Costituzione della Repubblica Italiana, pur sottolineando la perfetta uguaglianza dell'uomo e della donna di fronte alla legge, riconosce e tenta di proteggere alcune "funzioni" essenziali rispetto alla famiglia. Non si parla di amore, che non può essere regolamentato in quanto non misurabile, ma di favorire quelle funzioni essenziali, dell'uomo e della donna, quando si parla di famiglia.

Le associazioni Lgbtqi, delle quali più volte ti sei dichiarato friendly, sostengono che non esiste nessuna "sua essenziale funzione familiare", della donna, e che quella funzione può essere svolta benissimo anche da un uomo. Sei d'accordo anche tu? Anche tu pensi che una donna non sia necessaria all'interno della famiglia, che la sua presenza o assenza non comporti nessuna differenza? Non è quello che pensavano i padri costituenti, ricordatelo prima di pensare di mettere mano all'articolo 29, e vatti a leggere gli atti della nascita della Costituzione, quando le commissioni discutevano di matrimonio, dove potrai chiarirti cosa, gli esponenti di qualsiasi partito, intendessero per matrimonio. Qui non si tratta per nulla di amore, che non è sindacabile, ma di cosa è così essenziale che lo stato deve proteggere

Infine una piccola cosa che mi riguarda personalmente. Sempre i tuoi amici Lgbtalfabeti sostengono che l'unica cosa di cui ha bisogno un neonato è l'amore (di nuovo l'amore, qualsiasi cosa voglia significare) di uno o più adulti diversamente assortiti, non importa che abbiano o meno un legame genetico col bimbo. Per loro, al contrario di ciò che la scienza continua a confermare, un neonato non ha nessun bisogno della mamma che lo ha partorito, che non esiste nessuna relazione esclusiva e essenziale lui e la madre, e che anche ci fossero, il neonato è perfettamente attrezzato ad adattarsi alla sua nuova famiglia di due mamme o tre papà e un cagnolino. Io invece penso di aver ricevuto un torto, forse senza colpa di nessuno. Il torto di non aver potuto scegliere se avere due figure genitoriali complementari (uomo-donna) o la metà (solo uomo o solo donna).

Tu dirai che nessun bambino sceglie i genitori e la famiglia nella quale vuole nascere, che deve adattarsi a ciò che trova. Qualche bambino può nascere e ritrovarsi senza nessuno, addirittura, e non l'ha potuto scegliere. Lo so, caro Matteo Renzi, addirittura alcuni non riescono neanche a nascere, figurati!. Se vogliamo giocare al ribasso, a cosa è peggio, mi trovi preparatissimo.

La domanda che devo farti è un'altra: davvero tu pensi che tuo figlio, appena nato, non avesse bisogno della sua mamma in quel momento? Non pensi che la cosa migliore che potesse capitargli in quel momento era trovarsi tra le braccia rassicuranti di tua moglie? E allora perchè alcuni neonati devono essere discriminati e deprivati di questo loro diritto che risponde ad un irrinunciabile bisogno? Ricordatelo quando dovrai decidere quali diritti sono irrinunciabili e quali, invece, sono un travestimento di capricci inaccettabili.

Lo so quanto sia difficile per te resistere alla tentazione di voler assaporare cosa si prova all'invio del tweet #LoveIsLove, immagina, Matteo Renzi, proprio come Obama... uguale uguale. Io spero che tu la possa provare presto quella sensazione bellissima, quando metteremo in Costituzione che lo stato protegge il matrimonio uomo donna perchè ogni bambino ha diritto ad avere un papà e una mamma.

Con simpatia
Manuel

martedì 17 giugno 2014

QUELLA LEGGE SULLE UNIONI GAY NON DEVE PASSARE








DA FACEBOOK

PERCHE' QUELLA LEGGE SULLE UNIONI GAY NON DEVE PASSARE
di Mario Adinolfi
Ho scritto Voglio la mamma per un dannato motivo, per affermare come direbbe Chesterton che "due più due fa quattro", cioè che non può nascere un bambino senza madre. La realtà lo proclama, la natura lo pretende. Perché ci sia la vita umana, deve esserci una mamma. E il bambino che nasce a una mamma ha diritto. Per sostenere questa verità sono pronto, sempre chestertionanamente, a "appiccare fuochi" e "sguainare la spada". Ho detto ieri ai 23mila amici di VLM: preparatevi alla guerra. Perché guerra dovrà essere, senza timidezze e senza acconciamenti, senza compromessi e senza paraculismi. La legge sulle unioni gay ventilata per settembre non deve passare né a settembre né mai, non deve passare il liberticida ddl Scalfarotto, dobbiamo avere chiaro come ho scritto qualche settimana fa che siamo davanti a un'offensiva senza precedenti e a quella offensiva dobbiamo far fronte senza essere tiepidi, ma umanamente e giustamente incazzati, pronti a far valere i diritti dei più deboli e a batterci veramente per loro. E' una guerra per i senza voce: per i bambini mutilati della figura materna, per le donne ridotte a uteri da affittare, per le mamme che non possono essere costrette a vendersi. Per la logica, che non può vedere equiparato ciò che è strutturalmente diverso.
Un matrimonio, cioè l'unione di un uomo e di una donna potenzialmente aperta alla procreazione, è strutturalmente diverso dall'unione tra due uomini o tra due donne. In Voglio la mamma ho spiegato tutti i motivi di questa irriducibile diversità e equiparare ciò che è radicalmente diverso è un grave errore logico. Da cui inevitabilmente deriverà, come è già attualmente tra le richieste della piattaforma LGBT presentata nero su bianco all'ultimo gay pride, la richiesta di tutela dei "poliamori". Come anticipato in VLM, logica vuole che se apri al riconoscimento della coppia omosessuale, il passaggio successivo sarà il riconoscimento delle attruppate a quattro, a otto, perché nessuno potrà spiegare la valenza ontologica del numero "due". Ci si può amare in tanti, perché la discriminante è solo l'amore, no?
E veniamo al punto più ipocrita della proposta fatta passare ieri attraverso i giornali: queste unioni gay in tutto equiparate al matrimonio hanno una limitazione nell'adozione di bambini, fatta salva la "stepchild adoption". Che cos'è? Semplice: l'adozione da parte del partner gay del figlio naturale di uno dei due componenti la coppia. In sostanza è il via libera all'utero in affitto. Caso concreto: il senatore del Pd Lo Giudice dice in una lunga intervista a Repubblica il 25 maggio 2014 di aver avuto un figlio con il proprio compagno gay. Ovviamente in natura la cosa non può accadere, dunque approfondendo si scopre che è stato il compagno ad avere un figlio con una donna utilizzandola come utero in affitto. Lo Giudice spiega che la procedura è costosa, ma ormai la moda corrente spiega che i figli si possono comprare. E Lo Giudice se lo compra. Se passa il progetto di unioni gay con la stepchild adoption il figlio sarà del suo compagno e da lui adottato. Che fine fa la mamma in tutto questo processo? Niente, sparisce con un tratto di penna ed un mucchietto di banconote.
E' davvero questo, caro il mio amico Matteo Renzi, il mondo che vuoi costruire per i tuoi tre figli. Io per Livia e Clara mi batterò contro questo scempio della logica, del diritto, dei diritti dei bambini e delle madri. "I figli non si pagano" faceva dire all'immortale Filumena Marturano (prostituta e antiabortista) il comunista Eduardo de Filippo. I figli non si pagano, ripeto oggi a Matteo Renzi. Un mondo in cui la vita si compra e si vende, la natura si distorce, la logica si offende è un mondo contro cui bisogna combattere. Quel progetto sulle unioni civili è un prodotto di quel mondo e contro quel progetto ho scritto un libro (le copie di Voglio la mamma possono essere ordinate a adinolfivogliolamamma@gmail.com che in libreria ve la fanno lunga), contro quel progetto si riuniranno a Roma i circoli VLM il 20 luglio prossimo all'hotel Nazionale di piazza Montecitorio, contro quel progetto sarà necessaria una mobilitazione nazionale che a settembre fronteggi l'offensiva senza precedenti.
Mi spiace che per mero calcolo Matteo Renzi voglia mettere il proprio timbro su un progetto così pericoloso ed anche così ipocrita. La nostra comune radice di formazione politica avrebbe dovuto costituire un antidoto contro il caos modaiolo a cui invece il premier pare voglia prostrarsi. Caro Matteo, lascia perdere le menate del Muccassassina, quelle non sono richiesta di popolo, è solo un piccolo club che vuole muovere verso di sé potere e denaro: la "piattaforma politica" del gay pride era scritta contro di te, non cedere a richieste senza senso.
Non ci sarà in questa nostra battaglia alcun tratto omofobo. Non provo alcun fastidio per gli omosessuali, ritengo che sul piano individuale alcuni diritti in più debbano essere loro riconosciuti (visitare il partner in ospedale o in carcere, ad esempio, è un tratto di civiltà che deve essere garantito), ma toccare il diritto di famiglia e cancellare la parola mamma per genitore 1 e genitore 2 è inaccettabile. Impedire con il ddl Scalfarotto che queste idee possano essere scritte e sostenute in pubblico, è la premessa ideologica da regime per arrivare a normative come quelle annunciate contro cui ci batteremo. Io, almeno, mi batterò. Credo, non da solo.

sabato 14 giugno 2014

4 CHIACCHIERE CON... RAFFAELLA



4 CHIACCHIERE CON... RAFFAELLA

Raffaella Frullone, portavoce nazionale delle Sentinelle In Piedi, ci parla del suo attivismo su tematiche come omofobia, omogenitorialità e teoria gender.

Raffaella, cosa ti ha spinto ad impegnarti in prima persona? Qualche tua esperienza personale?


Prima di tutto mi presento. Ho 32 anni, ma a me sembrano meno. Sono sposata (e se lo sono io, c’è speranza per tutti). Costruisco ponti, intreccio reti. Poi en passant sono anche giornalista. Sono parte della Chiesa cattolica.
Non c’è un momento esatto in cui ho deciso di attivarmi nel campo pro-family, e nemmeno un’esperienza particolare... è iniziato tutto osservando la realtà. Il mondo di oggi è strano, si può dire di tutto: che occorre legalizzare le droghe leggere perché la repressione stimola la trasgressione, che per guarire dal cancro basta diventare vegano, che fare figli inquina il pianeta, si può addirittura affermare che le ballerine siano scarpe, ma se osi avvicinarti al campo minato (famiglia, teoria gender, omofobia) iniziano a scattare i divieti. Vietato dire che un bambino per crescere ha bisogno di una mamma e un papà, vietato dire che il divorzio fa soffrire i bambini (oltre che gli adulti), vietatissimo insomma dire la cosa più banale al mondo: ovvero che l’amore da solo non basta a tenere insieme le famiglie. Ecco il mio attivismo nasce innanzitutto come una battaglia per il buon senso, per la realtà, per la verità. Non ce la faccio più a vedere persone così imbevute di politically correctness da non saper più distinguere il bene dal male.

Non sarai un po' vittima del solito complottismo? Perchè scattano i divieti? La Costituzione garantisce il tuo diritto di espressione no?

Formalmente sì, o meglio, al momento sì. Ma poi nei fatti che succede? Guarda la mia amica Costanza Miriano, le era stato impedito di parlare alla Luiss di Roma per le sue posizioni “omofobe”. In sostanza alcuni studenti hanno contestato la sua presenza all’Università tirando in ballo un’intervista al programma radiofonico La Zanzara, in cui Costanza ha detto che il progetto naturale sull’uomo prevede che un uomo e una donna facciano i figli, e che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre. Può essere considerato omofobo questo? Offensivo? Naturalmente per qualunque essere umano dotato di buon senso no, ma evidentemente per qualcuno sì. Più di qualcuno se c’è anche chi porta avanti un disegno di legge proprio su questo, e agitando lo spettro dell’omofobia, nei fatti vuole limitare la libertà d’espressione.

Scalfarotto dice di no, ed è per questo che ha criticato le Sentinelle In Piedi dalla Bignardi, sono un movimento cattolico omofobo!

Scalfarotto si deve mettere d’accordo con se stesso: delle due l’una: o noi siamo liberi di esprimere la nostra opinione, e quindi abbiamo preso un abbaglio clamoroso mobilitandoci contro questa legge, oppure siamo un gruppo omofobo. Una cosa esclude l’altra. Se secondo Scalfarotto le Sentinelle in Piedi sono un gruppo omofobo facciamo bene a vegliare, perché significa che se oggi ci critica, domani ci denuncia, e dunque rischiamo il carcere – cosa che andiamo ripetendo da mesi. Ora, se si rischia la denuncia stando in silenzio, con quale libertà si potrà parlare? Chi si azzarderà a dirsi contrario, ad esempio, alle adozioni dei bambini da parte di due uomini e due donne?

Sembra che l'opinione pubblica non si renda conto di questo rischio, ma Le Sentinelle In Piedi crescono e si diffondono in tante città e sempre più giovani si uniscono alle veglie. Sei fiduciosa nel messaggio che portate? La gente capirà?

Fino ad un anno fa nessuno avrebbe mai non solo creduto, ma anche solo immaginato che un popolo sarebbe tornato ad invadere le piazze, invece oggi le Sentinelle in Piedi hanno vegliato in più di 80 piazze. Come è stato possibile? E’ semplice: questo popolo schiacciato, snobbato, calpestato, ha ancora la voglia e la forza di reagire. Non si accontenta più di lamentarsi, di indignarsi, di arrabbiarsi, di incontrarsi al chiuso di una sala, voleva farsi vedere, farsi sentire, rendere visibile l’amore per la verità. Ecco, questo popolo aspettava soltanto un input, aspettava solo qualche sentinella coraggiosa. Quanto all’opinione pubblica sonnecchiante e intorpidita, l’aspettiamo al varco e avvisiamo: è questo il momento di aprire gli occhi e dire no, dopo potrebbe essere troppo tardi. Conosco tanti benpensanti che difendono a spada tratta la legge contro l’omofobia ma inorridiscono quando si parla di adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali: ecco, mettiamoci bene in testa che sono due cose che vanno di pari passo, una viene prima dell’altra. Basta guardare cosa è avvenuto negli altri paesi dopo l’approvazione della legge contro l’omofobia, o leggere quello che Scalfarotto ha detto in un’intervista all’Espresso quando dice che questa legge viene logicamente prima di quella sul matrimonio gay.

Mario Adinolfi ha commentato: in "un convegno i giudici di Magistratura Democratica stanno sostenendo che, poiché il Parlamento non fa la legge sui matrimoni gay, l'emergenza deve essere sanata per via giurisprudenziale, cioè con le sentenze" e aggiunge "Siate consapevoli: vogliono scippare alla democrazia un tema così delicato e imporci la loro idea di famiglia e genitorialità a colpi di sentenza. Se non reagiremo rapidamente sarà troppo tardi. Oggi ... si stanno ponendo le basi di uno stravolgimento di natura giuridica che non passa per via democratica e parlamentare: lo fanno in un convegno targato Md". Serve ancora vegliare, in silenzio, con un libro in mano, di fronte ad attacchi così potenti? Serve ancora spronare le persone a scendere in piazza?

Serve eccome! Lo dice la realtà. Un anno fa non c’era nulla e oggi le Sentinelle in Piedi hanno vegliato in 80 piazze. Io le ho viste coi miei occhi queste persone: da Trieste a Lecce, da Genova a Verona, da Perugia ad Arezzo. Sono persone che la notte non dormono per leggere, scrivere, fare rete. Sono mamme, papà, ragazzi e adulti che spendono soldi ed energie. Sono persone con i problemi di tutti, di salute, di lavoro, in famiglia, che nonostante tutto si consumano letteralmente per aprire gli occhi a chi ancora sta beatamente dormendo. Allora menti aperte e coscienze vigili innanzitutto, nella nostra routine quotidiana. Bisogna fare attenzione ai termini che usiamo, agli articoli che leggiamo, aguzzando la vista ci accorgeremo che gli attacchi alla libertà d’espressione e alla famiglia arrivano da moltissimi fronti. Poi occorre il coraggio di farsi sentire o meglio farsi vedere. Non serve urlare slogan, sbraitare, lasciamo ad altri gli striscioni o le esibizioni: basta solo fare quel piccolo coraggioso passo della partecipazione individuale. Un atto di responsabilità verso noi stessi e le nuove generazioni. Anche e soprattutto verso chi non è d’accordo e ci contesta, perché non sono altro che vittime di questa visione totalitaria che si sta imponendo. Se non scendiamo noi in piazza a difendere i nostri diritti, chi lo deve fare?

"Menti aperte" simboleggiato dalla lettura continua, e "coscienze vigili" simboleggiato dallo stare in piedi, fermi e irremovibili. Questo vero e proprio stile di manifestare è davvero geniale ed è quello che infastidisce di più le associazioni Lgbt: fin'ora tutte le "contromanifestazioni" alle veglie delle Sentinelle hanno reso visibile a tutti l'inconsistenza delle loro argomentazioni. Eppure essi sono esperti nella spettacolarizzazione, nella propaganda. Forse si sentiranno loro stessi ridicoli guardandosi nello specchio dell'intolleranza? Loro manifestano per l'orgoglio gay, voi manifestate per la libertà di tutti?

Innanzitutto per noi non c’è un “noi” e un “loro”, la contrapposizione tra omosessuali ed eterosessuali è tutta costruita da chi vuole creare divisioni. Gli stessi termini “omosessuali” ed “eterosessuali” sono del tutto fuorvianti, anzi, non esistono. Non è l’orientamento sessuale a definire le persone. Detto questo sì, la nostra mobilitazione spiazza, perché il silenzio confonde, rende evidente che non c’è astio, non c’è odio da parte nostra, bensì amore, amore per la verità e dunque verso tutti. Non credo che chi viene a contestarci si senta ridicolo, tutt’altro, penso che siano disorientati. Arrivano convinti che noi vogliamo discriminare, che siamo animati da odio, che siamo cattivi, e si trovano di fronte delle persone silenziose e delle parole, quelle del portavoce, tutt’altro che fredde nei loro confronti, perché noi siamo lì anche per loro. E’ logico che questo disorienta. Non c’è propaganda che tenga di fronte alla realtà. Chi arriva arrabbiato alle nostre veglie è innanzitutto ferito, e frequentare le associazioni e il mondo Lgbt è come se qualcuno gettasse sale sulle loro ferite. Non lo dico io, che certo non potrei saperlo, lo dice chi ci è stato dentro tanti anni. Se poi arrivi in piazza e non trovi qualcuno contro cui sfogare la rabbia, la ferita brucia ancora di più. Noi vorremmo che questa rabbia facesse aprire loro gli occhi.

Le braccia, tenendo il libro, assumono anche l'invito ad un abbraccio... ma per abbracciarsi bisogna essere in due. Secondo la tua esperienza sul campo esiste una possibilità di confronto civile? Perchè non inviti Ivan Scalfarotto ad un incontro dove possa spiegarvi che il suo DDL non è lesivo della libertà di espressione?

A me questa cosa del "confronto civile", che va tanto di moda, dà sempre un po' d'orticaria, ovviamente perché è sempre declinato in salsa politically correct. Ma cosa si intende per confronto civile? Che per una malintesa forma di rispetto non si possono dire le cose come stanno? Io dico che bisogna guardare in faccia la realtà, e lo dobbiamo fare tutti. Intendiamoci: essere discriminati, ma anche solo essere presi in giro per una caratteristica fisica, un'attitudine o una tendenza è estremamente doloroso. Ognuno di noi ne ha fatto esperienza, diretta o indiretta, a scuola per esempio. Quindi massima delicatezza, sempre, quando ci si relaziona con una persona di cui non conosciamo le sofferenze. Ma non possiamo legiferare per combattere la meschinità dell’essere umano! Per quello occorre un lavoro culturale ed educativo, e non uno strumento giuridico. Ci inventiamo anche la ciccionofobia allora? La nanofobia? La brufolofobia? Sarebbe assurdo, e questo lo capiscono tutti, anche chi ci ha sofferto in prima persona. La prima forma di incontro per me è smettere di ragionare per categorie, di parlare di eterosessuali o omosessuali, io non sono etero: sono Raffaella, e tu sei Manuel, e poi c’è Benedetta, Alida e ciascuno col proprio nome, non siamo il nostro orientamento sessuale e nemmeno una nostra caratteristica o attitudine fisica. L’immagine di un abbraccio da parte delle Sentinelle In Piedi è azzeccatissima, ma non per un “confronto civile”, bensì per un incontro autentico. Questa è la sola proposta da fare a chi, per esempio, contesta le veglie delle Sentinelle e a volte le insulta, le offende, le provoca. Lasciamo a casa i pregiudizi e incontriamoci, scambiamoci le esperienze, i punti di vista, mettiamoci nei panni di chi ci sta di fronte e abbracciamoci. Non ci interessa sfidare e vincere l’altro sul piano della retorica, in un dibattito, ma solo aprirgli gli occhi sulla realtà. Quanto a Ivan Scalfarotto, il problema ovviamente non è convincere lui, certamente lui è il relatore della legge, il primo firmatario, ma questo provvedimento lo vogliono in molti. Di certo lui, a differenza di altri, conosce benissimo la portata di questo provvedimento, lo ha scritto lui stesso sul suo blog lo scorso settembre: “Di come stiano realmente le cose si è accorto invece benissimo (cita la persona di cui sta parlando) che ha dichiarato che con l’approvazione della stessa legge andranno in galera coloro che sosterranno che il matrimonio gay è una porcheria e che l’adozione dei bambini da parte delle coppie gay un’aberrazione”. Io vorrei che queste parole le leggessero tutti quelli che ci dicono che nessuno toccherà la libertà d’espressione.

Prima di concludere con un tuo messaggio personale, voglio affrontare il tema della genitorialità omosessuale. L'opinione pubblica è già stata ben indottrinata sulla legge contro l'omofobia e, dalle statistiche, risulta che buona parte degli italiani sarebbero favorevoli anche ai matrimoni gay. Su genitorialità e adozioni, invece, c'è ancora qualche resistenza, anche all'interno della comunità lgbt. Molti di noi sono nati da precedenti relazioni "eterosessuali" e altri, come me, avuti con l'intervento esterno di un donatore di sperma o donatrice d'utero. Non credi che ci sia bisogno di chiarezza su questo punto, in modo da disinnescare qualsiasi accusa di pregiudizio nei confronti di un padre o un madre che per varie ragioni oggi non sono più etero? In ultimo: perchè la legge contro l'omofobia è così strettamente connessa alle adozioni gay? Mi spieghi perchè essere favorevoli all'una si è automaticamente favorevoli alle altre (indipendentemente dalle dichiarazioni di Scalfarotto)?

Il problema non è che essere favorevoli all’una si è automaticamente favorevoli alle altre. Ma se un’opinione diventa discriminazione, allora è facile capire che si possa invocare qualsiasi diritto in nome della stessa discriminazione. Mi spiego. Se oggi c’è qualcuno che considera una discriminazione il solo fatto di essere contrari al matrimonio tra persone dello stesso sesso, allora questo qualcuno considererà naturale che lo Stato, che combatte ogni tipo di discriminazione, dia a tutti il diritto di sposarsi con chiunque e di procurarsi dei figli in qualche modo. Purtroppo ci sono ancora molte persone convinte che i piani siano distinti: “un conto è la tutela dalle discriminazioni, un altro le adozioni”, dicono, ma è tempo che aprano gli occhi. Perché se accettiamo che le opinioni diventino perseguibili per legge, allora ogni diritto può essere preteso. Dal diritto a sposarmi con chi mi pare, al famoso diritto alla genitorialità che, diciamolo una volta per tutte, non esiste. Non esiste per le coppie formate da un uomo e una donna, così come non esiste per le coppie formate da persone dello stesso sesso. Le relazioni non si regolamentano a suon di diritto, ad esempio un mio collega vorrebbe avere il diritto di sposare Belen Rodriguez ma non credo ci sia qualcuno pronto a legiferare per difendere questo diritto (lo so, è già sposata, ma che importa, non si può avere il diritto di sposare una persona già sposata? Chi lo ha detto? Allora è discriminazione!). Certo che sulla genitorialità c’è ancora qualche resistenza, sono le ultime tracce di buon senso che ancora abitano dentro di noi, e non c’è appartenenza politica, religiosa o associativa che tenga, anche nella cosiddetta comunità Lgbt. Tutti sanno quanto è vitale il rapporto con mamma e papà e tutti noi sappiamo che non ci avremmo rinunciato per nulla al mondo. Un ragazzo che conosco, fidanzato con un uomo da anni, infermiere in un ospedale milanese vicino a casa mia, un giorno mi ha detto questo “Quando un bambino sta male vuole la mamma. A volte in corsia mi è capitato di vedere madri molto fredde e papà molto affettuosi, ma il bambino cerca lo stesso la mamma. Anche l’adulto cerca la mamma, perfino l’anziano in punto di morte chiama la mamma. Ecco, io sto con un uomo da anni ma non posso chiudere gli occhi davanti alla realtà. Mai toglierei la mamma a un bambino in nome dell’amore che provo per il mio compagno. Voler essere padre non è una condizione sufficiente per pretendere che un altro rinunci alla sua mamma.

Grazie Raffaella, in genere finiamo le nostre chiacchierate con un messaggio, un appello. Nel tuo caso vorrei che rivolgessi le tue parole direttamente alle Sentinelle, a tutte quelle persone che generosamente scendono in piazza e sono sempre di più.

Care Sentinelle in Piedi, voi avete intuito e compreso la portata della sfida epocale che abbiamo di fronte: viene preso di mira il cuore dell'uomo con l'obiettivo di distruggerlo a partire dai suoi legami più profondi e dalla sua natura. Di fronte a questo il popolo è chiamato a rialzare la testa e farsi vedere per resistere, per testimoniare dissenso con una presenza silenziosa ma sempre più numerosa. Non stancatevi di vegliare nelle piazze così come nella vita, non stancatevi di aprire gli occhi a chi vi sta intorno. Spesso in questi mesi ho sentito obiezioni del tipo "Però la politica dovrebbe impedire certe derive", "Certo la Chiesa potrebbe fare di più", oppure "Ma non c'è già il tal movimento che difende queste istanze?". Ecco, mettiamoci tutti in testa che questo non è più il tempo di aspettare che sia un'istituzione, un movimento, un partito o un'associazione a trascinarci in battaglia. Ma davvero vogliamo aspettare che sia qualcun altro a difendere i nostri diritti? Voglio credere di no! La mobilitazione deve partire dal basso, dalla gente comune, dai cittadini che hanno il coraggio di lasciare indietro la propria appartenenza politica, religiosa, associazionistica, per fare un passo avanti in nome della verità e della libertà. Davvero è il caso di dire: se non io, chi? Se non ora quando?

Alla prossima, Raffaella.

Ciao Manuel, alla prossima.

N.B. Per informazioni sulle prossime veglie delle Sentinelle In Piedi visita il loro sito sentinelleinpiedi.it e la loro pagina Facebook nazionale facebook.com/sentinelleinpiedi .

giovedì 12 giugno 2014

4 CHIACCHIERE CON... EMMANUELE




4 CHIACCHIERE CON ... EMMANUELE

Sono particolarmente orgoglioso di aver potuto conoscere Emmanuele, un omosessuale forte e umile, uno del quale sentiremo parlare. Lo ringrazio per la semplicità con la quale mi ha spiegato la sua "piccola" missione.

Emmanuele sei impegnato in una missione impossibile, ma da dove sei partito?


Svolgo questa piccola "missione virtuale" sotto lo pseudonimo di Emmanuele Wundt. Sono nato una trentina di anni fa. Una quindicina di anni fa ho iniziato a combattere contro le pulsioni omosessuali che ostacolavano il piu grande desiderio della mia vita ovvero quello di diventare padre. Una decina di anni fa ho iniziato il mio percorso formativo che mi ha portato a diventare psicologo, che è il lavoro che svolgo e che amo. Tanti anni fa ho promesso a Dio che se mi avesse tolto dalla palude delle pulsioni omosessuali indesiderate avrei offerto la mia vita a Lui come una piccola missione al servizio dei ragazzi che soffrono per l'omosessualità egodistonica. In realtà nella mia vita c'è anche molto altro che non ha nulla a che fare con questo. Sono una persona normale, con passioni e amici. Amo il cinema, adoro la pizza e le lasagne al ragù. Mi piace andare a ballare in discoteca anche se ci vado molto raramente, come un qualsiasi ragazzo di 30 anni con una professione avviata. Insomma non sono un alieno e non vivo in clausura a battermi la schiena con il cilicio.


Tu sei cattolico, ma si può essere cattolici e gay contemporaneamente?


Questa è una domanda difficilissima! Si, certo si può essere omosessuali e cattolici, posto che chiariamo cosa significa "essere cattolici" e "essere omosessuali". Non posso esaurire la risposta in poche righe. C'è chi è più competente di me in materia di filosofia morale e teologia. Preferisco parlare della mia esperienza e del mio percorso. Un passo alla volta ho compreso che non si è cattolici quando si è già perfetti, ma quando si riconosce di avere bisogno del Signore Gesù per essere pienamente felici. E ho capito che l'omosessualità è una condizione di prova come tante altre. Ho imparato a mettermi con onestà davanti a Gesù, riconoscere i miei peccati e decidere di vivere nei sacramenti. Ho capito che la sessualità non è un diritto ma un dono. Perciò ho abbracciato il cammino della castità. Se Dio mi renderà degno di donarmi a una moglie, allora la mia sessualità sarà il mio dono totale per lei e insieme genereremo nuova vita nei meravigliosi figli che il Signore ci vorrà donare.

E' incredibile come sia difficile farti delle domande, sembra tutto così chiaro e lineare! Sembra che tu abbia scoperto qualche segreto... forse è questo Gesù di cui parli. Gesù è la risposta secondo te? E chi questo Gesù non lo conosce o non riesce a vederlo? Come si fa a conoscere questo Gesù?

Adesso però giochi sporco: queste sono tre domande in una! Scherzi a parte, cerco di darti una risposta sensata. Sembrerà chiaro e lineare, Manuel, ma non voglio far credere che sia stato un percorso facile. Lo devo dire con onestà per tutti i ragazzi che sono nello stesso cammino o che stanno decidendo di intraprenderlo: ci sono stati molti momenti difficili. La mia serenità di oggi è frutto di un percorso e non è la felicità sempre spumeggiante che il mondo propone. È piuttosto una pace del cuore, un equilibrio, ha a che fare con il sapere che le difficoltà ci sono e ci saranno, ma anche che si possono affrontare perché non si è soli. Quindi si, Gesù è stata la risposta per me. So che ci sono persone che sono uscite dall'omosessualità solo con mezzi "umani". Non entro nel merito, si vede che per loro era giusto così. Personalmente, Gesù e Maria sono stati compagni di viaggio costantemente. A loro mi appoggiavo nel momento di crisi, tra le loro braccia consegnavo l'angoscia del non vedere la luce in fondo al tunnel, a loro chiedevo di starmi vicino quando mi ritrovavo in strade buie e pericolose nel cuore della notte a cercare sesso con sconosciuti, davanti a loro con il cuore a pezzi lasciavo scorrere le lacrime quando l'illusione dell'amore omosessuale si frantumava per l'ennesima volta. Senza la loro vicinanza in quei momenti, oggi non sarei qui.

Se mi metto nei panni di un omosessuale cattolico capisco quando dici che non è stato un percorso facile. Facciamo un passo alla volta: cosa consiglieresti a un ragazzo (o una ragazza) cresciuto in una famiglia cattolica che dovesse accorgersi di "essere" omosessuale? Qual'è il primo passo che secondo te dovrebbe fare? Escludi la possibilità che lui possa realizzarsi scegliendo una "vita gay"?

Apprezzo le virgolette sul verbo "essere" vicino alla parola omosessuale, quindi non mi soffermo sulla questione "essere omosessuali" o "avere pulsioni omosessuali". Parto dalla seconda domanda. Si, lo escludo: se vogliamo continuare a considerarci cattolici, se vogliamo restare dentro la Chiesa, dobbiamo aspirare alla santità e prendere a modello Gesù, cioè fuggire il peccato e tendere alla virtù. La Chiesa ha scritto una bellissima lettera per la cura pastorale degli omosessuali, in cui ci sono tante indicazioni sagge, come solo Madre Chiesa sa dare. Poi ognuno è libero di fare scelte diverse, ma Gesù ci ha lasciato tra le braccia della Chiesa: se rifiutiamo la Chiesa e le sue indicazioni, rifiutiamo Gesù. Non parlo di un'obbedienza dimessa e acritica, ma di onestà intellettuale: non si può tenere i piedi in due scarpe. Per quanto riguarda l'altra domanda, la prima cosa da fare è - a mio parere - cercarsi una guida. Se si vuole iniziare un cammino di conversione (non solo per l'omosessualità), si deve prendere atto che non sarà facile e che non si può fare da soli. C'è bisogno di qualcuno che ti sostenga nei momenti duri, che ti aiuti ad avere una visione più chiara della tua vita, che ti sproni a uscire dall'autocommiserazione e che ti dia una direzione quando sei confuso.

La chiesa cattolica è preparata ad accogliere gli omosessuali? Sono già preparate queste guide di cui parli, che devono sostenere nei momenti duri? Te lo chiedo perchè non sono rari i casi di omosessuali che si sono trovati di fronte a preti o religiosi che non sono stati in grado di dare risposte competenti. Addirittura so di omosessuali che sono stati rifiutati da famiglie cattoliche. C'è qualcosa che si può fare perchè queste cose non accadano? Mi sembra grave.

Hai ragione, è molto grave. So anch'io di ragazzi che hanno chiesto aiuto a dei sacerdoti e si sono sentiti dire assurdità, oppure sono stati respinti al mittente quasi fossero lebbrosi. Purtroppo l'omosessualità è stata un tabù fino a pochi anni fa, soprattutto nel mondo cattolico. Oggi se ne comincia appena a parlare. Questo ha, di fatto, impedito un dialogo sereno e trasparente sul problema. Tante cose sono state nascoste, tante ferite sono state tamponate con un cerotto, ma sono rimaste infette. Fuor di metafora, purtroppo quella meravigliosa lettera per la cura pastorale degli omosessuali è rimasta un bellissimo pezzo di carta. Poco è stato fatto per diffonderla e molti sacerdoti non sanno nemmeno che esista... i laici non ne parliamo! C'è ancora molto da fare. È per questo che ho deciso di dare la mia testimonianza: voglio che si sappia che noi esistiamo, che non tutti gli omosessuali stanno al gioco delle lobby gay. Noi non abbiamo accettato la rivoluzione antropologica del gender e non crediamo che sia lì la nostra felicità. Bisogna uscire dalla vergogna e gridarlo forte. Ma permettimi di dire che ci sono anche tantissimi sacerdoti e uomini meravigliosi, che sono stati per noi dei fari nell'oscurità. Io ne ho incontrato uno sulla mia strada e non lo ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che ha fatto per me.

Sei chiaro, lineare e anche terribilmente onesto. Mi piacerebbe che nascesse da questa semplice chiacchierata un progetto più concreto affinché si tolga il cerotto di cui parli e si cominci a curare la ferita, qualcosa di più strutturato. Penso ad una lettera da mandare a tutti i preti, per esempio, oppure ad un numero verde... sono le prime cose che mi vengono in mente. E chi meglio di te potrebbe farlo?

Ti ringrazio e accolgo con piacere l'invito a riflettere insieme su un progetto concreto per curare la ferita infetta. In realtà anche se il mio percorso dura da anni, la mia avventura come Emmanuele Wundt è appena iniziata. Sto facendo un passo alla volta secondo la gamba. Più che pensare grandi cose mediatiche, la cosa che mi piacerebbe fare, e che sto già facendo, è quella di mettere in rete. Pochi sanno che ci sono già delle realtà che si stanno muovendo da anni. Ma rischiamo tutti di fallire o di perdere tante energie, se agiamo come esseri isolati. La cosa da fare è unire le forze e coordinarci. Ricordo una tua immagine di qualche tempo fa che rappresentava la lotta impari tra il pesce LGBT e noi pesciolini piccoli. Se non sbaglio diceva: "Don't panic. Organize". Unendoci e collaborando ce la possiamo fare.

Possiamo prenderlo come un impegno? Che ti farai promotore e coordinatore di questa rete?

Puoi prendere come una promessa che continuerò a fare del mio meglio. Sono ben consapevole della complessità di un progetto come questo e non ho l'illusione di poterlo fare da solo. So di avere dei limiti e dei difetti, come tutti. Ma di certo metterò le mie competenze e le mie risorse a disposizione di chi ha bisogno di aiuto. Questa è la piccola missione che tanti anni fa ho promesso a Dio.

Dalle chiacchierate che sto facendo con voi cattolici mi sto rendendo conto che manca proprio questo, una rete informativa che arrivi a tutti i responsabili religiosi. Le iniziative sono tante ma se non si coordinano si rischia che rimangano delle eccezioni. Infatti rimane il problema che oggi un omosessuale cattolico non saprebbe a chi rivolgersi se non a un amico o un prete che potrebbe non essere sufficientemente preparato. Infatti spesso accade proprio questo. Se tu dovessi mandare un messaggio diretto, una lettera, un invito al mondo cattolico, alle famiglie, alle organizzazioni e a quell'omosessuale cattolico che cerca risposte?

Direi che è ora di rompere questo tabù sull'omosessualità, per non fare più il gioco delle lobby che si approfittano della nostra ignoranza e paura! Dietro al nostro silenzio ci sono tanti ragazzi e ragazze, uomini e donne che soffrono. Dio ci chiederà cosa abbiamo fatto per loro. 


Emmanuele, allora approfitto subito, hai carta bianca per lanciare due messaggi, al mondo cattolico e al mondo lgbt.

Al mondo cattolico vorrei lasciare una frase di Gesù che a me ha aiutato tanto: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori (Mt 5, 43-44)". Smettiamola di litigare tra noi e di "lottare contro". Gesù ci chiede di dire la verità, ma nell'amore, di riconoscere l'errore, amando colui che l'ha commesso. È una sfida drammatica a volte, ma essere cristiani è questo.

Al mondo lgbt vorrei dire che è vero, sono stati commessi tanti sbagli in passato e tante persone omosessuali hanno sofferto. Di questo anche noi cattolici dobbiamo chiedere scusa. Ora però dobbiamo lavorare insieme, pur nella diversità delle posizioni. Cerchiamo tutti di essere onesti. Smettiamo di mistificare la verità!
Nessuno vuole imporre terapie agli omosessuali che stanno bene nella loro omosessualità. "Riparativa" non intende che si voglia "aggiustare un cervello o un cuore difettoso". Ma noi omosessuali egodistonici esistiamo e stiamo davvero bene grazie alla terapia riparativa, non solo per provare a modificare l'orientamento sessuale (per chi lo desidera) ma anche semplicemente per lavorare sulla compulsione sessuale e non esserne schiacciati. L'autodeterminazione è un nostro diritto.

Grazie Emmanuele per l'opportunità che mi hai dato, con la promessa di prossime chiacchierate.

Grazie a te, a presto.

venerdì 6 giugno 2014

4 CHIACCHIERE CON... VALENTINA


4 CHIACCHIERE CON... VALENTINA

Riconoscere diritti speciali ad una categoria di persone ne toglie altri alla collettività, sempre. Un posto riservato ai disabili su un autobus, è sottratto agli altri. Perchè una società giusta cerca di compensare le oggettive difficoltà di alcuni cittadini con "corsie preferenziali" a loro dedicate.

Ma cosa succede quando si concedono diritti speciali a persone normali? Significa toglierli ad altre persone normali. E' quello che succede nel campo dell'assistenza psicologica agli omosessuali.

«Affermare che l'omosessualità possa essere curata o che l'orientamento sessuale di una persona si debba modificare, come recentemente dichiarato dal vicepresidente Unione giuristi cattolici italiani è una informazione scientificamente priva di fondamento e portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale ancora così fortemente radicato nella nostra società, come dimostrano, purtroppo, i sempre più diffusi fatti di cronaca. Ribadisco, se mai ce ne fosse bisogno che gli psicologi, secondo il Codice deontologico, non possono prestarsi ad alcuna 'terapia riparativa' dell'orientamento sessuale di una persona, bensì collaborare con i propri pazienti nel caso i disagi relativi alla sfera sessuale siano essi avvertiti dagli eterosessuali così come dagli omosessuali». Lo afferma Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi.

Ne parlo con Valentina, donna, moglie, psicologa investigativa e politica. Sei cattolica?


Non sono cattolica ma sto con Dio da sempre. Mi sono sposata con i luterani, perché mi piace molto Lutero e il pastore Mata di Trieste. Ma non posso definirmi neanche luterana. Non ho mie definizioni di tipo religioso, ma indubbiamente seguo Dio e metto in pratica, con tutti i limiti, la sua Parola.

Come la vedono i Luterani la questione dell'omosessualità? Come vengono accolti gli omosessuali?

I luterani accolgono tutti. Non c'è giudizio. Non conosco ancora la posizione del mio pastore, che è in "pensione", sulle adozioni gay, ma i miei amici luterani la pensano come noi.

Parliamo di omofobia, ti va? Secondo te gli italiani sono omofobi?

Per niente. La parola poi di per sé non significa niente. La fobia è un termine tecnico che indica una cosa ben precisa, che nulla ha a che vedere con quello che si vorrebbe far intendere. Se poi parliamo di proiezione allora si può dire che chi ha inventato questa parola ha gravi problemi con l'essere umano in generale e in particolare con l'altro sesso. Lo si può vedere chiaramente dalle reazioni vicine all'isteria, che i "paladini dei gay" hanno di fronte al silenzio delle Sentinelle in piedi.

Valentina mi aiuti, in quanto esperta, a definire il sentimento di odio verso le persone a causa del loro gusto sessuale? Intanto... potrebbe essere una patologia?

L'odio è un sentimento ed è l'altra faccia dell'amore. Odiare l'altro sesso è l'espressione del rifiuto di una parte di sé, che viene proiettata all'esterno su altri, che nulla c'entrano. Diventa patologia quando subentra l'ossessione che non permette di riflettere né su se stessi, né sulle proprie azioni. Di conseguenza tutto l'esterno viene travisato e distorto, in assenza di consapevolezza di sé.

Gli omosessuali , secondo te, possono essere considerati una minoranza, cioè un gruppo di persone accomunate da qualcosa che condividono tra loro? Insomma, che differenza c'è tra albinismo, rutilismo e omosessualità?

Gli omosessuali condividono l'esclusione dell'altro sesso nella relazione di coppia. Le altre categorie, non sono escludenti, ma contengono al loro interno individui con caratteristiche fisiche diverse da altri individui, che a loro volta sono diversi rispetto ad altri, e così via. I numeri sono diversi nelle categorie, ma sono tutte manifestazioni simili, nella diversità, dell'essere umano. Diversamente, l'omosessualità esclude un sesso a priori nella relazione, e dunque siamo su un altro piano. Senza giudizio, ovviamente, è un'osservazione la mia. 

E' molto interessante la distinzione che fai, magari l'approfondiamo un'altra volta. Cosa pensi del DDL Scalfarotto contro l'omofobia e la transfobia? Non è positivo che una legge protegga una trans da bullismo e discriminazione?

Il DDL Scalfarotto parla di cose che non esistono: "la omofobia e la transfobia" sono parole che non dicono niente perché sono descrittive di un fenomeno che non esiste. In compenso chi parlerà di famiglia tradizionale, potrà prendere una sanzione o finire in carcere. Lo trovo incredibile. Se poi aggiungiamo che non si potrà fare, noi tecnici, la terapia riparativa a chi la richiede, capiamo bene che siamo di fronte all'assurdo: Uno, perché le terapie sono tutte riparative di un danno, e dunque non vedo differenza. Due, perché fa ridere l'idea che uno che fa un lavoro diverso dalla mia professione, mi venga a dire chi posso accogliere e chi no, nel mio studio. E soprattutto cosa posso fare e cosa non devo fare. Tutto questo è un chiaro attacco alla Libertà e perciò è irricevibile.

Quindi anche i tecnici (gli psicoterapeuti in questo caso) dovrebbero ribellarsi in massa perchè gli verrebbe impedita la professione. Fammi capire... ma se una persona di sua volontà volesse chiedere assistenza psicologica per modificare le sue emozioni omosessuali, gli verrebbe vietata?

Così sembra. Che poi non vedo come pensano di poter realizzare una cosa del genere, dal momento che abbiamo il segreto professionale. Senza considerare che per quello che mi riguarda, nel mio studio entra chi dico io.

In una terapia, l'obbiettivo che si vuole raggiungere lo decide il cliente o il terapista?

Descrivo come lavoro io. Una persona viene e mi dice che sta male, portandomi un problema. Dopo aver raccolto le informazioni base a me necessarie, faccio un progetto. Se la persona accetta, proseguiamo fino al raggiungimento dell'obiettivo proposto. Le domande non sono tutte uguali e così i tempi e gli obiettivi. C'e' ad esempio chi non si accetta, chi vorrebbe fare una cosa diversa e non riesce, chi ha un sintomo fisico o pschico complesso, chi ha subìto violenza. Quello che accomuna è la sofferenza per qualcosa, e si lavora insieme per eliminarla e stare bene. Tutta la terapia è riparativa, se si vuole usare questo termine. E per me le persone sono persone, non mi fa differenza un eterosessuale da un omosessuale. Se un omosessuale mi chiede un aiuto in studio, lo accolgo. Non vedo perché non dovrei. Parlando di fantascienza, saremmo la prima categoria professionale ad avere un veto sulla nostra attività lavorativa e insieme agli omosessuali, discriminati. In sintesi: cominciano da noi. Chissà perché.

Saremmo dici? Ma il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi ha già messo il veto: bandita ogni forma di terapia ripartiva, pena l'espulsione ed eventuale denuncia penale. Hai già le mani legate.

E' una vita che lavoro con le mani legate. Mi riferisco ad altri ambienti lavorativi, dove la prassi scientifica spesso non sanno cosa sia. Ritengo che questo della "terapia riparativa" sia un argomento che vada approfondito. Mi devono spiegare perché e lo devono spiegare a tutti. Il mio lavoro ha come base lo stimolo del pensiero, non la sua censura.

Cosa proporresti per approfondire l'argomento "terapia riparativa"?

Come prima cosa è necessario riflettere sulla parola, che qualcuno ha inventato, e che crea una differenza a priori, per le persone che richiedono l'accesso alla terapia. Trattandosi di un percorso di conoscenza, deve essere accessibile a chiunque lo richieda. Il termine "terapia riparativa" è fuorviante e discriminante, per come viene usato, per i motivi che ho elencato. La lobby gay dice di voler abbattere le discriminazioni, in realtà ne crea continuamente, anche se diretta ad altri soggetti. E questa parola ne è una chiara manifestazione.

Valentina vorrei che tu lanciassi un messaggio alla casta degli psicologi, perchè questo impedimento all'assistenza psicologica a chi lo richiedesse mi sembra particolarmente grave. Perchè no al ddl Scalfarotto e perchè no al veto sulle terapie.

Ti rispondo così: sono una donna e sono una psicologa investigativa. Il mio lavoro ha a che vedere con il pensiero e l'emozione, e richiede preparazione costante e continua, studiare sempre. Poi c'è l'accoglienza in spazio privato, all'interno del quale si ascoltano i segreti delle persone e le loro storie. E si fa insieme un percorso di conoscenza, un'indagine sulla propria persona in relazione agli altri. I motivi per cui una persona comincia il percorso, sono i più diversi. Come gli eterosessuali, anche gli omosessuali chiedono aiuto per sintomi vari o per motivi legati alla loro sessualità. Ne ho incontrati parecchi. Non c'è differenza, sono tutti esseri umani che cercano di capirsi e dunque di conoscersi, per stare meglio. Il tutto in armonia con il codice deontologico degli psicologi.  È vero che ci sono gli imbecilli che aggrediscono i gay solo per il fatto di esserlo, in tutte le sue declinazioni. Ma il nostro codice penale prevede già le aggravanti in questi casi. Il ddl in questione, per come è scritto, lascia ampio margine di interpretazione e dunque di azione. Pone come trasgressiva la famiglia tradizionale e chi la difende. Mina fortemente le fondamenta della Libertà. È anticostituzionale, perché discrimina e punisce una fetta maggioritaria della popolazione per l'espressione di un pensiero. Mi pare basti.

Grazie Valentina per il tuo impegno, da una posizione così difficile come la tua. Alla Prossima! 

Grazie a te Manuel.

lunedì 2 giugno 2014

SIAMO TUTTI SENTINELLE IN PIEDI




In quanto rappresentante della categoria provo una profonda vergogna, infamia di essere omosessuale. Con quello che è successo ieri a Lecce lo squallore degli lgbtisti non si smentisce. E' il loro modo di essere, radicato, innato. Da nord a sud attaccano le Sentinelle In Piedi, insultando, bestemmiando, sputando in faccia, come cagne rognose.

Non riesco a trovare le parole adeguate perchè violenza e sopruso non bastano più. Lo confesso, sono irato, incazzato nero, ma per il disonore che queste persone fanno guadagnare alla razza umana. Loro sono esattamente così, come li vedete, gente irrisolta che galleggia sulla propria invidia, per non dire altro.


Il tempo in cui cercavo di comprendere le loro reazioni ad una vita inutile e vuota è passato, peggio per loro! Oggi esiste davvero un'emergenza, perchè la gente inizia ad intimorirsi, ad avere paura e comincio a credere che dietro tutto ciò ci sia il male. Non posso parlare di diavoli (non ho fede, non credo in Dio) come Papa Francesco,  che proprio ieri, per coincidenza nelle stesse ore, ha detto che dietro tutto questo odio per la famiglia c'è il demonio.



Non so se esiste Dio, ma se esiste il diavolo queste sono certamente opere sue. Perchè un uomo non sarebbe capace di tanta malvagità, distruzione e menzogna. C'è bisogno di qualcosa di più infimo e abbietto, qualcosa di soprannaturale per mettere in scena una rappresentazione della realtà tanto bugiarda e falsa.


E' evidente a tutti che sono dei violenti, incapaci di confronto, instabili, rabbiosi, distaccati dalla realtà, invidiosi, senza valori e senza rispetto per nessuno, in piazza come sul web, dove sfoggiano la loro pochezza. E dietro di loro, a supportarli, ci sono tutti quelli che cercano ancora il confronto civile, i timidi, quelli che pensano solo al loro orticello, che non prendono una posizione chiara... perchè hanno l'amico gay che si offende se gli dai del finocchio, poverino, e si sente discriminato se non può bestemmiarti nelle orecchie.



Le forze dell'ordine, mute, immobili, agli ordini. Perchè il DDL Scalfarotto non è ancora legge, altrimenti, ad essere arrestate e caricate sulle camionette, sarebbero state le Sentinelle In Piedi di Lecce, per istigazione all'omofobia.


Questa legge non deve passare! Difende i violenti, i prepotenti, i maneschi e i facinorosi, i feroci e i brutali, e mortifica la libertà. E' una legge brutta, che consacra l'orgoglio gay ad esempio e modello da seguire e perseguire. E' una legge che ci rende tutti più brutti, più vuoti, più invidiosi. Ci rende come loro.


"Il diavolo vive di questi due mali: l'orgoglio e l'invidia". S. Agostino





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sabato 31 maggio 2014

4 CHIACCHIERE CON... LUIGI




4 CHIACCHIERE CON... LUIGI

E' un ragazzo che si è fatto da solo, istintivo, concreto, cattolico, un maschio meridionale: il ritratto dell'omofobo? Un potenziale bullo anti-gay?


Luigi cosa ne pensi dell'educazione alle diversità che viene insegnata nelle scuole? Una buona iniziativa non trovi? Bisogna imparare fin da piccoli che non si discriminano le persone solo perchè sono diverse da noi!


Mi chiamo Luigi e ho 31 anni. Sono sposato da 5 anni e ho 2 figli, una Femmina di 2 anni ed un Maschio di 40 giorni. Lavoro come impiegato per una società di servizi marittimi. Sono cattolico e seguo un itinerario di "iniziazione cristiana" insieme a mia moglie da quando ci siamo sposati. Sono cresciuto in una famiglia che mi ha sempre insegnato il rispetto per tutti, indipendentemente dall'etnia, colore, orientamento religioso o sessuale, ecc. Onestamente credo fortemente che sia giusto educare al rispetto, ci sono i genitori per questo, anzi ci sono le Mamme ed i Papà. Non capisco per quale motivo sia necessario un "corso di educazione alla diversità" nelle scuole... Forse non ci sono più le Mamme ed i Papà di una volta...?



Evidentemente no, visto che gli omosessuali vengono bullizzati continuamente. Insegnare ai bambini che gli omosessuali sono persone da rispettare non è anche un compito della scuola?

Indubbiamente è fondamentale compito della scuola dare un certo equilibrio ai bambini già nei primi anni di scuola, insegnandogli la non discriminazione sulla base delle differenze che oggettivamente esistono tra di noi. Ma di quale diversità stiamo parlando?

Beh... alcuni bambini nascono gay! No?



Posso dirti che, in quanto cattolico, non condivido assolutamente la discriminazione degli omosessuali. Allo stesso modo le persone diversamente abili, di altre razze, di altre religioni, ecc. proprio perché la dottrina cattolica mi insegna che non ci sono differenze tra noi uomini. In fondo godiamo tutti della dignità di uomini, al di la di qualsiasi orientamento (Catechismo della chiesa Cattolica). Tornando a noi, del fatto che alcuni bambini nascano gay non ne sono certo. Se la scienza ha trovato la combinazione cromosomica che lo stabilisce, allora non ne sono a conoscenza.

Luigi, vorrei entrare un po' nella tua vita privata. Con queste chiacchierate voglio capire qual'è il reale rapporto tra persone omosessuali e cattolici. Tu hai qualche amico o conoscente gay?



Certo, ho qualche amico omosessuale.

E com'è il rapporto tra voi? Parlate di omosessualità o è meglio non parlarne? C'è imbarazzo?

Vedi, parlare di certi argomenti non disturba nessuno. Tra me ed i miei amici si discute di tutti gli argomenti. Se non hai problemi a parlare di qualcosa, l'altro ti ascolta e non prova nessun imbarazzo. E poi che male c'è a parlare di omosessualità tra amici? Loro sanno che non li giudico e che gli voglio bene e loro ricambiano con molta educazione. Io sono convinto che un omosessuale vada ascoltato pazientemente, non perché "poverino va compreso", ma semplicemente perché potrebbe avere bisogno, come ogni altro amico, di confidarsi con te. Si fida di te, non deluderlo! Ho incontrato un amico dopo molto tempo, nel frattempo era diventato un'amica. Si è avvicinata e mi ha sussurrato il suo nome di battesimo nell'orecchio, io non l'avevo riconosciuto. Mi ha abbracciato commossa ed io sono stato felice di questo, nonostante io non condivida la sua scelta.


L'ho chiesto anche ad altri amici: è difficile prevedere le nostre reazioni a fatti futuri ma proviamoci. Se un giorno tu dovessi ascoltare le fatidiche parole "papà, sono gay!" ?


Si effettivamente è così, è molto difficile prevedere le reazioni. Però, c'è un però: sfido un padre a rifiutare suo figlio perché ammette di essere omosessuale. Quando torno a casa i miei figli sono l'unica cosa che mi fa cambiare umore, trasformando le mie angosce in gioia... e sorrisi... emozioni forti che non si possono spiegare! Ora, riflettendo, se sono disponibile ad ascoltare un amico e dargli il mio supporto, quanto più è possibile farlo con un figlio? Ecco, ne sono certo, se mio figlio o mia figlia mi dicesse: "Papà, sono omosessuale", non ne sarei certamente felice, ma più che mai mi metterei in ascolto e tenterei di continuare a fare il mio compito di padre nel migliore dei modi. Abbandonare un figlio omosessuale, equivale per me ad un aborto. Non ha il diritto di vivere la sua famiglia di origine un ragazzo omosessuale? Non avevo ancora riflettuto su questo.

E' una bomba di paragone! Neanche io avevo riflettuto su questo: come per l'aborto, è un delitto privare un ragazzo della sua famiglia proprio nel momento in cui ne ha più bisogno. Questo è parlare contro l'omofobia!

Io non sono omofobo. In realtà non è che abbia molto chiaro il significato di "omofobo". Anzi, credo che questi gruppi gay che sfilano ai gay-pride, siano proprio loro ad avere un'avversione particolare verso gli omosessuali. E sai perché dico questo? Per il fatto che rendono la condizione di omosessualità una condizione da fenomeno da baraccone. La spettacolarizzano nel peggiore dei modi, la ridicolizzano, insomma fanno in modo che gli omosessuali più sensibili (quelli che non si riconoscono in questi fenomeni) possano cadere in pensieri ossessivi che potrebbero trasformarsi in pensieri suicidari.

Infatti, il tuo ragionamento è esattamente l'opposto di un ragionamento omofobo, se omofobia significa odio verso i gay. Parliamoci chiari: ma secondo te esiste veramente qualcuno che si alza la mattina e odia i gay? Posso immaginare nelle nostre città un serial-killer di gay, ce ne potrà essere qualcuno... ma ha evidentemente dei problemi che dovrebbe curarsi. Tu che sei etero, il pensiero di un rapporto omosessuale, ti scatena voglie omicide contro queste persone?


Dai non ci credo che si possa uccidere una persona per il suo orientamento sessuale. Allora per tutte le volte che mi hanno accarezzato i miei amici, ora dovrei essere all'ergasotolo! E' ovvio che l'hanno fatto per gioco, perché sapevano che con me si poteva fare, anche se l'idea di un rapporto sessuale tra uomini mi scatena solo voglia di prendere una bustina di Biochetasi... Ecco, se io sono "sopravvissuto" a questo, senza uccidere nessuno, non capisco il perché di questa campagna insistente nelle scuole. Addirittura a Roma succede questo: (Contestazione Università Roma3 a Mario Adinolfi)

Hai centrato il punto, a forza di dire che siamo un paese omofobo alla fine ci credono tutti, anche loro. Guardando quello che è già successo negli altri paesi, arriveranno anche da noi i gaymoni e le adozioni per gli omosessuali?

L'etimologia della parola Matrimonio non consente di definire tale l'unione tra due o più persone dello stesso sesso (e già, due non bastano in Inghilterra). Quindi parlerò di unioni. Il problema del riconoscimento legale delle unioni omosessuali è più che mai pericoloso perché è un "apripista" alle adozioni, che "completerebbero" il quadro del nuovo "progetto familiare" che alcune categorie si sono illuse di creare. Lo scopo è riempire egoisticamente i loro vuoti affettivi. Personalmente non sono d'accordo a questo tipo di unioni perché si innescherebbe un meccanismo di industrializzazione della vita attraverso la produzione in laboratorio di bambini da vendere su richiesta, come le macchine. Ad esempio sfogli un catalogo, ti scegli il modello (europeo, asiatico, africano, ecc.), scegli i colori, gli "accessori" (se ci vuoi il pistolino, la patatina o tutti e due!) e così via. Bello, no? Tutti felici, no?

Direi di si, molto felici... gli adulti! Il desiderio di avere un figlio è un diritto?

Non esiste il diritto ad avere un figlio, semmai esiste il Diritto di un Bambino ad avere una Famiglia. Assolutamente, categorico!

Siamo d'accordo, ma una ragazza madre non è una famiglia? Una coppia di uomini o di donne non sono una famiglia?

La Famiglia è la società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Le esigenze del Matrimonio sono la reciproca donazione personale, propria ed esclusiva del marito e della moglie, l'eterosessualità che porta alla complementarità interpersonale, l'unità, la fedeltà, l'indissolubilità, la fecondità, il bene dei coniugi (mutuo aiuto, rispetto, assistenza), l'educazione dei figli, l'apertura e l'impegno verso la comunità cristiana e sociale. Pertanto un uomo e una donna, uniti in matrimonio, costituiscono insieme ai loro figli una famiglia. Questo esclude la possibilità che l'unione di una coppia omosessuale possa essere considerata Famiglia, sia perché non soddisfa il requisito dell'eterosessualità e quindi le due parti non sono complementari, sia per la fecondità che, ovviamente, è impedita in quanto le parti sono sessualmente incompatibili. La definizione di Famiglia esclude tuttavia anche la ragazza madre in quanto non c'è unità, indissolubilità, bene dei coniugi, ecc. La Famiglia è quella composta da un Uomo, una Donna ed i Loro Figli.

Tu stai parlando della famiglia cattolica, ma non tutti sono cattolici, anzi, l'Italia è uno stato laico e il matrimonio viene definito dalla Costituzione, non dalla Bibbia, non credi?

Ovviamente! E' da cattolico che mi riferisco alla famiglia intesa come ho descritto. Se invece parliamo di matrimonio "in nome dell'uguaglianza", il discorso prende una piega diversa. Tu dici che il matrimonio è definito dalla Costituzione. Bene, si parla oggi di "divorzio breve", quindi il matrimonio è giudicato una istituzione superata e formale, come eredità assurda di una società tradizionale e alienante. Non è contraddittorio il fatto di chiedere l'uguaglianza in questo senso, se poi il matrimonio non ha più tutta questa importanza? Forse insegneranno anche questo nelle scuole? Così si genera confusione, come la si genera sull'ipotesi di scelta dell'orientamento sessuale. Vedi per esempio lo scempio che hanno fatto quelli dell'OMS con il documento "Standard per l’Educazione Sessuale in Europa"? No, per me la Famiglia è una sola ed ai miei figli darò l'educazione che ritengo più giusto dare, in modo cristiano. In fondo io sono cresciuto felice nella mia famiglia, non mi sono mai posto problemi sul mio orientamento sessuale, forse perché mi sono confrontato sempre con mia madre e con mio padre e questo ha consentito di darmi certezze.

Non sei l'unica persona che pretende di avere l'ultima parola sull'educazione dei propri figli. Se venisse imposta per legge l'deologia del gender ai tuoi figli, come di fatto sta già avvenendo, ti opporresti? Che misure prenderesti?


In qualità di genitore, la mia non è una pretesa. Purtroppo ciò che fa girare il mondo sono i soldi, il dio denaro. L'imposizione di qualcosa è sempre una forzatura. Le forzature non esistono in natura, la natura è tutta equilibrata. L'uomo forza qualcosa quando si rende necessario per soddisfare un'esigenza che la natura non prevede. Da qui la necessità di comprare i bambini chiamandoli "figli", in modo molto illusorio. Li hai comprati, non sono tuoi, ammettilo! Questo è i risultato del gender, lo spauracchio dell'intolleranza è l'alibi per raggiungere lo scopo del mercato umano, un'industria di bambini, che un giorno cresceranno, si faranno un sacco di domande e si ribelleranno. Ma sarà tardi per tornare all'equilibrio naturale. Se è questo che vogliono insegnare ai miei figli, se si sono illusi che siamo tutti senza cervello, se credono che siamo tutti buonisti, allora non hanno capito niente. Non so per ora cosa farei, ma son certo che questo scempio non potrebbe durare più di 20 anni. Il tempo che quei bambini conoscano il loro "prezzo".

Non possiamo aspettare 20 anni! Cosa si può fare da subito? La gente sta reagendo, secondo te, oppure è addormentata? Non capisce o non ritiene importanti questi argomenti? Ci si può affidare ad una madre coraggiosa che cancella "genitore 1" e scrive "mamma"? Basta questo?


Oggi molta gente è lontana da Cristo e non gli interessa più il Catechismo, contrariamente a qualche decennio fa. In poco tempo ci siamo ridotti a "comprare" bambini per egoismo, soltanto egoismo. Nel matrimonio, se i figli arrivano è bene, se non arrivano ognuno se ne fa una ragione. Anche io e mia moglie siamo rimasti ad aspettare per qualche anno, abbiamo fatto diverse visite specialistiche per stabilire l'eventuale incompatibilità o la presenza di patologie. A quel punto, non essendo presente nessuna malattia o forma di sterilità o quant'altro, avevamo deciso di intraprendere l'iter per l'adozione di qualche bambino. Adozione, non compravendita da catalogo. Poi finalmente siamo riusciti a vivere una gravidanza e poi una seconda. Però mi guardo intorno e vedo un paradosso: molta gente preferisce l'aborto ed altra gente che vuole a tutti i costi comprare un bambino. Un mare di controsensi. Tornando a noi, ti faccio un esempio. Alcuni miei amici, eterosessuali hanno condiviso sui loro profili facebook alcune vignette che inneggiano alle unioni omosessuali sparlando della Famiglia "tradizionale". A quel punto ho creato un post mettendo insieme qualche immagine, questo. Ecco che arriva il commento di un mio amico, eterosessuale, che mi dice: "L'esempio della presa della corrente è proprio osceno. Sai che se le due prese si toccano, la corrente passa ugualmente e l'accessorio collegato funziona?". Quindi mi chiedo se questo mio amico abbia compreso che, per fare quello che dice, c'è bisogno di una terza persona, quella che tiene le spine insieme. E qui continuiamo a dormire, la gente NON reagisce, anzi, piuttosto crea altra confusione! Dobbiamo essere tutti così buonisti da distruggere i nostri figli con queste stupidaggini? Dobbiamo indurre i nostri figli al suicidio perché non riescono ad identificarsi in niente? Cosa faremo noi allora? Si, la mamma che ha barrato "Genitore 1" e scritto MAMMA, ha la mia stima! E si comincia da qui, per ricordare alla gente "buonista" le cose OVVIE e finirla di prenderci in giro dicendo cose che non corrispondono a nessuna realtà scientifica.


E allora Luigi vorrei che pensassi a un messaggio, tuo personale, da inviare al mondo cattolico. Poi un altro al mondo lgbt. Cosa vorresti dirgli?


Molto spesso tutti noi siamo Cattolici "per tradizione", cioè nasciamo in famiglie cattoliche quindi siamo cattolici di conseguenza. Non basta, per appartenere ad una religione la devi conoscere, anche se occorrono anni, ma è necessario farlo altrimenti resti confuso e vai dove ti porta la "corrente". Quindi credo che sia importante per i cattolici, ed anche per me, iniziare seriamente a scrutare le Sacre Scritture con l'aiuto dei sacerdoti, che sono teologi eccellenti, per evitare di perdersi dietro a "correnti di pensiero" devianti. E soprattutto bisogna trasmettere questa fede ai propri figli. Io invito personalmente tutti quelli che credono che i cattolici discriminano, quelli che non credono in Dio, a prendersi un tempo per l'ascolto e rendersi conto di quello che è veramente la Parola di Dio. Per quello che riguarda gli appartenenti al mondo LGBT, che ho già inserito tra quelli che non credono in Dio o che pensano male del Cattolicesimo, vorrei invitarli a fare l'esperienza di abbandonare le loro pulsioni omosessuali, tentare di creare un rapporto naturalmente eterosessuale con persone di sesso opposto. Vorrei che abbandonassero l'idea dei gay-pride, perché è soltanto controproducente, ed acquisissero la loro dignità di persona umana, anziché distruggere la loro immagine con certe manifestazioni. Infine mi piacerebbe che, anche se non riuscissero a rinunciare al loro stile di vita omosessuale, lasciassero fuori dai giochi la scuola ed i bambini.


Grazie Luigi, un altro cattolico che ha amici gay e che si interessa a loro. Pensa ad una persona tra i tuoi amici che vuoi nominare per una chiacchierata. Grazie di tutto, soprattutto del tempo che mi hai dedicato.

Grazie a te caro Manuel. Credo che una chiacchierata con Daniela Boni sarebbe un'ottima idea. Ah, spero che un giorno il tuo nome cambi in Full!