martedì 27 maggio 2014

4 CHIACCHIERE CON... BARBARA





4 CHIACCHIERE CON... BARBARA

- Barbara Canova
- 44 anni
- sposata da 18 anni
- tre figli maschi (14/12/4)
- casalinga
Non aderisco a nessun gruppo nè religioso nè laico,
mi sto interessando e prendendo contatti col
movimento 
de La Manif Pour Tous e con quello delle
Sentinelle in piedi. 
Sono impegnata nella mia
parrocchia nella pastorale 
dei fidanzati
e delle famiglie.
Barbara, più figlia, più donna, più moglie, più madre o più cattolica?

Barbara è un insieme di tutto quello che hai scritto, non mi sento di dare priorità esclusive. Essere cattolica, avere la fede cattolica mi fa vivere tutti questi aspetti in vera pienezza.

Cosa ti ha attirato di questi "movimenti" come la Manif e le Sentinelle?

Quando ho iniziato a sentir parlare del disegno di legge Scalfarotto, leggendo il testo e tutti i vari approfondimenti portati dai giuristi, si è acceso un campanello d'allarme riguardo alla possibilità di perdere la libertà potermi esprimere liberamente e di subire un imbavagliamento della coscienza. In contemporanea mi si è aperto davanti il desolante scenario dell'attacco frontale alla famiglia naturale e all'educazione dei figli e ho trovato buono e giusto il tentativo di unirmi alle voci di chi dissente. In questi movimenti ho trovato risposte adeguate e, credo, alla lunga, anche efficaci. Mi ha attirato, pur nelle diverse modalità di azione dei due movimenti, la verità per la quale entrambi si muovono, ovvero l’affermazione della famiglia come unicamente formata da un uomo ed una donna che si uniscono per generare figli, i quali non devono essere considerati il diritto di nessuno. Anzi, sono loro ad avere il diritto irrinunciabile di crescere con un papà (maschio) ed una mamma (femmina). So che presto finirò in galera perché credo e sostengo questa verità.

Di quali approfondimenti parli? Il DDL Scalfarotto esclude esplicitamente la libertà d'espressione dalle pene previste dalla legge. Non si sta esagerando? La legge vuole difendere i deboli, non togliere diritti agli altri!

Gli approfondimenti di cui parlo, che ritengo fondati e convincenti, fanno capire come questo DDL sia solo un capestro per fermare quanti possano argomentare la loro contrarietà alle unioni fra persone dello stesso sesso e alle adozioni di bambini da parte di queste coppie. Chi sostiene questa tesi sono diversi giuristi, fra cui spiccano le voci autorevoli del presidente dei Giuristi per la Vita, Gianfranco Amato, il vicepresidente dei Giuristi cattolici, Giancarlo Cerrelli o l’ex sottosegretario e magistrato Alfredo Mantovano, che ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo durante una tavola rotonda sul DDL Scalfarotto. Mantovano, in quell’occasione, ha smontato pezzo per pezzo il disegno di legge mettendone in luce tutti gli aspetti di incostituzionalità. Erano presenti anche altri tre relatori, due a favore della legge e due contrari. I due favorevoli non hanno portato nessun argomento convincente sulla necessità della legge, adducendo come unico motivo di urgenza la difesa di persone con orientamento omosessuale o transessuale, da atti di violenza e discriminazione. Io non sono una giurista, ma sappiamo bene tutti che come persone a ciascuno di noi è garantito il diritto di essere difesi da atti di violenza. Che bisogno c’è quindi di legiferare per stabilire la difesa di determinate "categorie"? Si capisce bene come tale legge non serva a difendere i "deboli", come fa già il codice penale, ma a mettere altre persone in condizione di non poter esprimere opinioni (ecco in che modo lede diritti altrui) riguardo alla natura dell'omosessualità, matrimoni tra omosessuali e adozioni di bambini da parte di questi. Esternando posizioni differenti da quelle della teoria gender in voga si prefigurerà il reato di omofobia. Peggio ancora sarà per chi come me oltre che di una questione antropologica ne fa anche una questione di coscienza e di coerenza con gli insegnamenti della Chiesa cattolica: nulla esclude che si prefigurerà il reato di omofobia laddove, ad esempio citando le Sacre Scritture, ci trovassimo a parlare di passi della Genesi o delle lettere di San Paolo. Non immagino poi come il giudice potrà interpretare le citazione del Catechismo che parla di atti disordinati e di peccato, dato che il reato di omofobia non è stato nemmeno definito. Pare proprio che la parola "omofobia" sia stata creata ad arte per dire tutto e niente, dato che non ha neppure un’etimologia chiara come spiegò la professoressa Stefania Fuscagni (insegna Storia Greca all'Università di Firenze) in quella tavola rotonda di cui parlavo. Non credo si stia esagerando, non c'è nessun delirio isterico, c'è la presa di coscienza che si vogliono mandare le cose in un verso preciso. Lo stesso onorevole Scalfarotto ha più volte dichiarato (confermandolo proprio ieri) che il Ddl da lui introdotto non è altro che un modo per silenziare alcune voci e così far passare nel nostro ordinamento giuridico il matrimonio e le adozioni da parte di coppie dello steso sesso senza permettere un dibattito.

Accantoniamo per un momento le leggi e mettiamo al centro le persone. Ci sono tanti cattolici omosessuali e la Chiesa dice che queste persone devono essere accolte con gentilezza e delicatezza. Come mai, secondo te, gli omosessuali questa delicatezza non la vedono? Che significa che la Chiesa deve accoglierli, che le famiglie devono accoglierli, se poi, in realtà, li giudicate e, qualche volta, li condannate?

Beh sì, questo è il punto più profondo della questione: sebbene abbia le idee molto chiare su quello che sta succedendo e sullo scopo perseguito da alcuni tramite quel disegno legge e sulla gravità dei fatti che a livello sociale ci troviamo ad affrontare, mi interessa ancora di più parlare delle persone, delle anime che, come me, cercano il bene e la vera felicità. Io posso parlare dell'esperienza di Chiesa che ho fatto e sto facendo nella mia vita e nella quale ho avuto modo di incrociare tante persone, ognuna col proprio carico di esperienze, sofferenze, desideri, passioni, insomma un vissuto personale nel quale nessuno può entrare a gamba tesa. Sono dentro questa comunità di persone, in cammino, tutti umanamente carichi di molti difetti, o meglio peccati, e con la consapevolezza che si può sbagliare, si possono commettere passi falsi, non solo riguardo la propria vita ma anche nei confronti di chi ti cammina accanto. Sicuramente può essere successo a qualcuno degli omosessuali, come dici tu, di non sentirsi accolto, di sentirsi giudicato e non guardato con amore e delicatezza, ma deve essere chiaro che questo non è assolutamente l'insegnamento della Chiesa, bensì l'errore di qualcuno che, deprecabile quanto vogliamo, umanamente può accadere. Non faccio riferimento ad atti di rifiuto e violenza: quelli che per noi cristiani sono al bando! La Chiesa è molto attenta, come si vede da alcuni documenti magisteriali, alla pastorale e all'accoglienza soprattutto di chi nella vita presenta delle ferite. Un omosessuale che cerchi Dio e che in cuor suo avverta il desiderio di conoscerlo ed avvicinarsi a Lui dovrà sempre trovare le porte aperte e la disponibilità di un aiuto in questo cammino e sicuramente, camminando e credendo, cercherà la volontà di Dio per la sua vita e capirà molto di se stesso, probabilmente metterà anche molto di se stesso in discussione, come accade a tutti nel cammino di fede che dura tutta una vita. Poi ci sarà anche il caso dell'omosessuale che non vede l'accoglienza perché non la vuol vedere, perché gli fa comodo non vederla, non trovarla, per non avere pungoli nella coscienza e non aver motivi di mettersi in discussione. Un credente fa questo tutti i giorni, la coscienza è al lavoro di continuo. Una verifica delle proprie scelte e dei propri comportamenti quotidiani alla luce del Vangelo, un omosessuale che cerchi questo non ne sarebbe esonerato. Non c'è un giudizio sulla persona, non una condanna sulla persona, come per tutti i figli di Dio, quello che si riconosce come peccato è sottoposto al giudizio solo di Dio ed alla Sua Misericordia ed al Suo perdono.

"Una comunità di persone, in cammino, con la consapevolezza che si può sbagliare e si possono commettere passi falsi". Fai intendere che per la chiesa gli omosessuali rientrano in questi "camminatori" che sbagliano come tutti gli altri? Gli omosessuali non hanno colpa di provare attrazioni verso persone del loro stesso sesso, se le ritrovano! Perché, secondo te, è più facile ammettere di aver tradito la propria moglie che dire di essere omosessuali? Perché essere omosessuali è così tragico per i cattolici?

Assolutamente si! Per la Chiesa e per quanto mi riguarda, tradire mio marito è un peccato grave quanto avere rapporti "contro natura", entrambi i peccati sono giudicabili come atti e non si mette la lettera scarlatta addosso a nessuno, né all'adultero per l'adulterio né all'omosessuale per il rapporto sessuale contro natura. Certo che una persona con pulsioni omosessuali che vuole seguire Cristo nella Sua Chiesa è un "camminatore" come tutti gli altri! Gli è successo di trovarsi su una strada piena di ostacoli come per tutti, sono le occasioni di peccato, di fallimento ed allontanamento da Dio, e per camminare incontro al Signore, se è suo desiderio farlo, deve cercare di evitare gli ostacoli e se inciampa e cade cercare riparo chiedendo perdono a Chi ha offeso. Certo che vale per tutti lo stesso! E perché non dovrebbe essere così? Non sono io cattolica che allontano un omosessuale dallo stare in Dio e con Dio nel Suo Corpo Mistico (la Chiesa)! E' il peccato che non si lascia perdonare, come se io adultera non volessi sentirmi dire che tradire mio marito è peccato e ritenessi giusto tradire mio marito, che va bene così! E poi dicessi che in Chiesa non vado perché non mi accolgono, mi giudicano e mi tengono fuori. La fede, col comodo proprio, non va d'accordo.

Mi sembra il momento giusto, allora, di chiederti di lanciare il tuo messaggio al mondo cattolico e quello al mondo lgbt...

Non considero l'attivismo lgbt alla stregua della proposta della Chiesa cattolica come metodologia oltre che come contenuti, per cui, ritenendo che la Chiesa non abbia bisogno di un mio messaggio (sono io, al contrario, che chiedo consigli alla chiesa come Madre). Potrei rivolgere un messaggio al mondo lgbt da moglie, mamma e figlia cattolica: Cercate la Verità e non abbiatene paura, non abbiate paura di chi pensa diversamente da voi, soprattutto lasciate stare i bambini, lasciate vivere loro un'infanzia innocente, lasciate loro occhi limpidi per guardare il futuro e costruire la loro vita.

Adesso... NOMINATIONS! Un paio di persone alle quali vuoi che tenti di chiedere un parere su questi temi.

Ok. Dario Perna e Marco Scarmagnani

Perfetto! Grazie Barbara, alla prossima!

A te, caro.

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