giovedì 12 dicembre 2013

UN LGBTISTA NON E' LI PER DISCUTERE: LA MOSSA VINCENTE E' NON GIOCARE


Un lgbtista (attivista LGBT) è allenato al contraddittorio e esperto nella propaganda omosessualista. Conosce a memoria tutti i testi gay di riferimento e ha studiato in anticipo tutte le tue possibili obiezioni.

Bisogna dirlo chiaramente: non esiste, e non esisterà mai, una obiezione sufficiente a contrastare una qualsiasi delle argomentazioni LGBT.

I motivi sono ormai conosciuti da tutti:
1) decidono il significato delle parole e le ridefiniscono a loro piacimento
2) danno per assodate e scientificamente provate le loro affermazioni
3) sono allenati al contraddittorio e esperti nella propaganda
4) li spinge una motivazione e un risentimento incrollabili
5) sono sinceramente convinti delle loro ragioni

Nessuna persona ragionevole perderebbe tempo con un interlocutore del genere, perchè sarebbe come giocare a tris sperando di vincere: tutti sanno che, a tris, l'unica mossa vincente è non giocare. [Foto 2]

Oppure:
1) bisogna prima decidere insieme il significato delle parole: omofobo è chi maltratta e discrimina i gay o è chiunque non è d'accordo con l'ideologia LGBT?
2) chi decide la validità di una ricerca scientifica rispetto ad un'altra? E' concepibile diffondere decisioni politiche prese a maggioranza spacciandole per verità scientifiche?
3) bisogna vietare durante la discussione l'uso degli "Traw man argument" [Foto 3]
4) bisogna essere coscienti che l'attivista LGBT non è lì per discutere ma per indottrinare
5) bisogna essere coscienti che l'attivista LGBT non segue un filo logico, non ascolta e ti reciterà la sua poesia omosessualista, entrando in loop, fino alla fine.





[Foto 2] TRAMA DEL FILM WARGAMES - GIOCHI DI GUERRA: L'adolescente David, ha una grande passione: il computer. Con questo ci fa un po' di tutto, compreso l'alzare i mediocri giudizi scolastici suoi e della sua amica Jennifer. Senonché un giorno, dopo aver trafficato con la macchina, si collega con Joshua, il super cervellone della Difesa degli Stati Uniti, che gli propone di giocare alla guerra nucleare. David, ignorando per il momento chi sia in realtà il suo pericoloso interlocutore, accetta, salvo poi ad interromperlo subito quando si rende conto di quello che sta facendo. Ma Joshua, che in realtà faceva sul serio, continua il "gioco", mettendo in crisi tutto l'apparato difensivo. Arrestato dall'FBI, David cerca inutilmente di spiegare di non essere una spia, ma intanto la macchina - alla quale era stato completamente affidato il controllo di tutti i missili tattici - si prepara a lanciarli. A pochi istanti dal lancio dei missili tuttavia è David a salvare la situazione, ordinando al sistema di giocare a Tris contro se stesso: le partite si arrestano l'una dopo l'altra in situazione di stallo e a quel punto "Joshua" mette in azione la sua capacità di apprendimento avviando una simulazione di guerra dopo l'altra (dalle elementari "primo attacco USA" e "primo attacco URSS" agli scenari più esotici e improbabili come "provocazione cubana" e "rivoluzione giapponese"), tralasciando così la ricerca dei codici di lancio, che peraltro aveva già trovato. Dopo aver ottenuto anche qui una sequenza di risultati identici: "Vincitore: Nessuno", apprende finalmente che in certe situazioni: « L'unica mossa vincente è non giocare. »





[Foto 3] Che cos’è lo “straw man argument” ( o “straw man fallacy”) andrebbe spiegato ogni giorno, malgrado se ne parli sempre: andrebbe spiegato ogni giorno perché gli americani gli hanno dato un nome che da noi non c’è, e perché è un elemento centrale degli inganni dialettici contemporanei, nella politica e nel discorso quotidiano. Uno “straw man argument” è una tesi che una parte, in una discussione, attribuisce all'altra parte, malgrado quest’ultima non l’abbia sostenuta: la tesi è una forzatura volutamente e palesemente assurda, sciocca o falsa, in modo da essere facilmente contraddetta. Esempio: io dico che bisogna abolire la caccia e tu mi rispondi che sono un pazzo perché se i bambini non mangiano mai carne non crescono sani. Io non ho mai sostenuto che i bambini non debbano mangiare la carne, ma tu mi hai attribuito questa opinione e io ora dovrò affannarmi a dire che non è vero, ripartendo da un passo indietro. Questo trucco è abusatissimo, come dicevo e come avrete presente, e funziona sempre: costringe l’ingannato a una smentita che suona sempre debole, o irritata (e lì parte un altro trucco da bambini: “ah, ti irriti, allora è vero!”). Che gli abbiano dato un nome è una cosa buona perché permette, una volta che sia noto e condiviso, di definirlo e smontarlo immediatamente: “straw man!“.

Nessun commento: