lunedì 26 maggio 2014

4 CHIACCHIERE CON... ELIA


Elia è un amico. Parliamo di tutto, condividiamo notizie e su certi argomenti la pensiamo allo stesso modo. Raramente, però, mi parla di lui, dei suoi sentimenti. Un ragazzo non lo fa cosi' facilmente, soprattutto su temi delicati come omosessualità e omofobia, ma uno sforzo per me lo può fare.

- Elia Buizza
- 21 anni
- Studente universitario di Giurisprudenza
e lavoratore in una pizzeria d'asporto.
- vive in famiglia composta da madre padre,
un fratello e una sorella.
Faccio parte del Centro Culturale
Piergiorgio Frassati e sono una
Sentinella In Piedi
Elia, cosa speri per il tuo futuro? Ti vedi con una moglie e con dei figli? Pensi di sposarti? Cos'è il matrimonio per te?

Nel mio futuro vedo una famiglia, una donna al mio fianco e dei figli. La nostra famiglia deve vivere in nome di Dio e seguendo la Sua parola in ogni azione e pensiero. Quindi si, mi vedo con moglie e figli.
Per me il matrimonio è l'unione (eterna ed indissolubile) tra un uomo ed una donna, capaci di stare soli (quindi non è un amore-dipendenza, quanto piuttosto una condivisione di strade) ma che decidono di condividere il cammino assieme. Credo che il matrimonio sia un impegno eterno, un impegno preso innanzitutto di fronte a Dio, ma anche di fronte alla sposa. 

Di domande ne ho tante, Elia, e voglio portarti subito su un argomento appiccicoso: hai qualche amico gay o sai di qualcuno che è gay?

L'unico amico gay che ho sei tu.

Come la pensi sul fatto dell'omosessualità innata? Tu pensi che le persone nascano gay? O ci diventano? Tu pensi che una persona omosessuale sia un pervertito da allontanare?

L'omosessualità innata non esiste. Diversi studi scientifici hanno cercato invano il "gene dell'omosessualità" senza alcun successo, ovviamente. Le varie esperienze dimostrano come omosessuali si diventa a causa di alcune esperienze negative o traumi, spesso legati all'assenza o ad una presenza negativa del 
padre. È quindi un disturbo psicologico (e in quanto tale pienamente risolvibile) non innato, bensì causato da situazioni familiari inidonee alla sana crescita dei figli. Una persona omosessuale non va affatto allontanata, anzi va avvicinata, ascoltata, accolta e soprattutto aiutata (se la persona lo richiede ovviamente). Ricordiamoci che l'omosessuale soffre e spesso non per causa sua; pertanto siamo tenuti a non allontanarlo, quanto piuttosto ad ascoltarlo ed aiutarlo. Piccolo appunto: parliamo di omosessuali o di gay? C'è una grande distinzione.

Spiegami questa distinzione, una buona volta!

Omosessuale è colui che, consapevole che il suo orientamento sessuale non è naturale, non erige la sua omosessualità a valore e quindi non si batte per il riconoscimento di diritti di coppia agli omosessuali. Gay è invece colui che fa della propria tendenza un valore, si batte per estendere i diritti di coppia anche alle coppie gay.

A questo punto ti chiedo un esempio pratico. Quando parli di avvicinare, ascoltare, accogliere e soprattutto aiutare gli omosessuali, ti stai riferendo solo a quelli "non gay"? E' interessante capirlo!

Se una persona omosessuale mi si avvicinasse e mi dicesse: "sono omosessuale", lo inviterei innanzitutto ad uscire con me una sera e in seguito a frequentare la mia comunità. È importante la compagnia. Cercherei di parlare di tutto: di capire da dove arriva la sua tendenza, di capire come la vive, di capire come si sente, per poi ragionare assieme. Mi riferisco agli omosessuali prima di tutto, ma non escludo nemmeno il gay. Anche se è evidente che un gay è molto meno disponibile a mettersi in gioco rispetto ad un omosessuale. Comunque sono aperto a chiunque voglia parlare con me ed affrontare la sua situazione. Non sono disposto a futili critiche reciproche con i gay, a dibattiti sterili sulla mia e la loro visione del matrimonio. Il dibattito serve, ma non accoglie... contrasta! Serve anche quello, ma serve per lo più nei confronti delle istituzioni e delle lobby, non nei confronti del singolo.

Tu lo sai che quello che dici è molto importante? Tu stai dicendo pubblicamente che non giudichi nessuno e che sei aperto ad accogliere chiunque voglia la tua amicizia, omo o etero che sia. E' importante perchè stai dicendo che non bisogna per forza pensarla come te per essere tuo amico. Certo, poi ognuno ha le proprie idee, ma non è detto che non possano cambiare! Ti senti di poter dire che questo dovrebbe essere l'atteggiamento giusto di ogni bravo cattolico?

Assolutamente si! Il cattolico, conoscendo la verità (il Cristo), ha il DOVERE di condividerla con gli altri. Dio stesso ce lo chiede, il cattolico non si barrica in una fortezza difendendo la verità, egoisticamente, ma al contrario la annuncia al mondo! E non ha bisogno di annunciarla a chi già la verità la conosce (parlo degli altri cattolici e ricordo che stiamo parlando "in teoria". Mi spiego: molti cattolici che si professano tali non lo sono minimamente e anche loro devono essere convertiti). Il cattolico deve piuttosto affrontare il mondo, nessuno escluso, annunciando la parola di Dio. Mi spiego ancora: la Chiesa non deve adeguarsi ai tempi, perché la Chiesa trascende i tempi. I cattolici, in quanto componenti della Chiesa, non sono quindi tenuti ad "accogliere" nel senso di "qualsiasi cosa tu sia, faccia, dica, stai sereno che vai bene così". Sono invece chiamati ad accogliere nel senso di "non giudicare", non devono puntare il dito, emarginare e discriminare. Anzi devono compiere un'opera di conversione (o almeno un tentativo). Questo è necessario perché chi ha fede, chi conosce Dio, è talmente felice e gioioso che non può pensare di vivere egoisticamente senza coinvolgere altri in questa gioia. Io credo che l'omosessuale sia infelice, non credo ai gay che dicono: "sono gay e son fiero di esserlo perché son felice". E quindi, data questa loro infelicità, noi cattolici abbiamo il dovere morale di portare gioia e speranza a questi sofferenti, annunciando loro che la conversione è veramente possibile! Sia spiritualmente (con un cammino di fede) che concretamente (terapia riparativa ad esempio). È importante questo per il cattolico, si chiama "evangelizzazione".



E se non ce la fa? Elia, comunque la si voglia pensare, cambiare è sempre molto difficile, soprattutto quando si tratta di sentimenti molto forti come l'omosessualità. Ammettiamo per un attimo che un ragazzo o una ragazza omosessuali, vogliano accettare di considerare le loro attrazioni omosessuali come una cosa disordinata. Se non ce la fanno? Se nonostante i tentativi queste attrazioni sono troppo forti e si scoraggiano? Cosa devono fare le persone intorno a loro, gli amici, i parenti? Devono assillarlo? Spronarlo ad uno sforzo sempre maggiore? Cosa diresti al tuo amico del cuore se ti venisse a dire: "Elia, ci sto provando, ma non ce la faccio proprio"?

Gli direi di non mollare mai, di provarci fino alla fine e per tutta la vita. Gli direi che la sua è una croce da portare, come io ho la mia. Ma come Dio dà la croce, dà anche la forza per portarla. Gli resterei sempre accanto, sarebbe sempre il mio amico, continuerei a spronarlo senza abbandonarlo mai. Ma dalla mia bocca non potranno uscire parole come "tranquillo amico mio, vai bene così allora". Se dicessi queste parole non sarei un amico, non gli vorrei bene, farei come le istituzioni: far finta di nulla, come se niente fosse. Ma questo non è volere bene, questa è solo comodità.

A proposito di istituzioni... il 17 maggio 2014, Ivan Scalfarotto, sottosegretario per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, ha postato un commento sul suo blog che dice: "Ma fatemi sottolineare anche come la vittoria di Conchita sia stata anche la vittoria dell’Italia. Conchita ha ricevuto i 12 punti, il punteggio massimo, anche dal nostro Paese. A smentire chi pensa che la nostra società “non sia pronta” e a rafforzare la mia firma a nome del nostro Paese sotto la dichiarazione di Malta. I cinque giurati italiani Luca De Gennaro, Paola Folli, Andrea Mirò, Francesco Pasquero e Andrea Laffranchi hanno riconosciuto il messaggio di amore e tolleranza (e soprattutto credo gli sia piaciuta la canzone) e hanno scelto di premiarlo. E la giuria popolare italiana ha premiato la cantante austriaca con convinzione ancora maggiore. Oggi che celebriamo la giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia penso con tutta franchezza che non ci sia messaggio più evidente della vittoria della bella canzone di una drag queen con la barba. Una vittoria contro l’omofobia e la transfobia."  Elia, l'Italia è un paese omofobo secondo te?

L'italia non è assolutamente un paese omofobo, anzi, i sondaggi parlano chiaro e in quanto a discriminazioni per l'orientamento sessuale siamo proprio in fondo alla classifica! Quindi il ddl Scalfarotto, la vittoria del transessuale a questo concorso canoro, sono tutte strategie delle lobby gay che vogliono demolire la famiglia naturale. Non c'è nessuna emergenza, e le discriminazioni sono già sanzionate dalla legge Mancino. Questo dovrebbe interrogare i sostenitori della "lotta all"omofobia": e' una lotta contro il nulla. Ma in fondo, come ben si sa, ponendosi come vittime si riscuote sempre maggior successo. E purtroppo questa strategia sta funzionando: nella mentalità comune prende sempre più piede l'idea di un paese "omofobo", concetto poco chiaro, parecchio strumentalizzabile, e per nulla emergente nella nostra nazione

Ok Elia, lancia il tuo messaggio al mondo cattolico, e, nel tuo caso, ti chiedo un messaggio, personale, diretto, al quel ragazzo gay che forse si sente discriminato da ragazzi come te, con le tue convinzioni. Infine fammi un paio di nomi, di persone cattoliche, che vorresti si esprimessero su questi argomenti. Proverò a chiedergli se hanno voglia di farsi una chiacchierata con me.

Al mondo cattolico chiedo di essere unito in questa battaglia contro le lobby che vogliono distruggere la famiglia. Chiedo di andare oltre le discrepanze circa la tradizione, il Concilio Vaticano Secondo, Papa Francesco. Chiedo semplicemente di unirci, perché è l'unico modo per difendere la famiglia, i nostri figli e quindi la società intera. A quel ragazzo gay chiedo di approfondire, di non fermarsi all'apparenza, ma di scrivermi, di parlarmi, così che possa capire che da me non è per nulla discriminato. Non lasciarti intimorire, affronta i tuoi ostacoli, non far finta che non ci siano!

Nominations?

Nomino Eraldo Margjini, valido amico ed attivo sul fronte pro-family, anche se più moderato di me. Grazie Manuel per l'opportunità che mi hai dato.
Grazie a te Elia! Alla prossima chiacchierata.

Nessun commento: